Ciao Zio, ho sempre sperato fino all'ultimo di rimandare questo discorso a chissà quanti anni. Perché sapevo che eri forte e ce la potevi fare. Purtroppo questa brutta malattia, ha avuto il sopravvento e ti ha portato via nel giro di pochi mesi. Venerdì sera, quando ho compreso che ormai le speranze venivano meno ho capito che era arrivato il momento di salutarti raccontando, tutte le belle cose che abbiamo fatto insieme e le esperienze che ti hanno reso unico agli occhi di chi ha avuto la fortuna di conoscerti. Ti ho sempre chiamato Angelo, perché per me sei stato non uno zio ma un fratello maggiore che mi ha insegnato molto. Fin da piccolo, quando stavi costruendo la tua casa, che tanto amavi, e mi facevi giocare con il trattore verde a pedali sulle assi nel cortile della nonna. Con te ho condiviso molte passioni: in particolare l'amore per la squadra del cuore la Juve, grazie alla maglia di Del Piero che mi hai regalato, e con Te ho potuto assistere a diverse partite, con Marco e Matteo, allo Stadium. E la grande passione per lo sci alla quale ti dedicavi, come per il giardinaggio in modo instancabile: non esistevano pause, soprattutto nelle belle giornate di sole mi dicevi: "Pedro, io prendo solo il ritter poi stasera sul pullman mangio e fino alle 4 ci divertiamo".
L'amore per la montagna, sicuramente legato al fatto che sei un alpino anche se, quando ti hanno chiamato per il servizio militare, desideravi fare il carabiniere, poi invece ti hanno assegnato alla caserma di Trento e di questo ne sei stato molto fiero perché mi hai sempre raccontato tutte le belle esperienze che hai potuto vivere, soprattutto negli ultimi anni quando hai partecipato alle varie adunate, dove ti sei fatto conoscere ed apprezzare per le tue qualità.
So che fra i valori principali di un alpino c'è la solidarietà verso gli altri e ti, in questi anni, sei sempre stato disponibile a dare una mano a chi ne aveva bisogno. Un anno a Natale, quando tutti si ritrovano in famiglia per pranzare e assaporare l'atmosfera e i profumi della festa, hai dato la tua disponibilità a servire un pasto caldo alla mensa dei poveri, regalando un momento di gioia a chi vive costantemente nella sofferenza.
Sono questi Valori che ti rendono unico. Ti ringrazio infine per avermi scelto, insieme con la zia Silvia, come padrino di Matteo, per me è stata una grande dimostrazione di fiducia nei miei confronti e spero di poter fare del mio meglio.
Volevo ringraziare tutte le persone che in questo periodo ti hanno assistito: i medici, gli infermieri e un grazie particolare va a Don Ermanno che ti è sempre stato vicino così come la Zia Giusy e lo Zio Pier, che si sono presi cura di Te e non ti hanno mai lasciato un secondo.
Concludo con una citazione di Diego Spagnoli che dice così: "E quando il tempo sarà finito di tutto rimarrà solo il ricordo, cerchiamo di vivere una vita con la volontà di lasciare un ricordo bello,unico e irripetibile". E penso che Tu Angelo ci sia riuscito nel migliore dei modi.
Ora ti saluto e non ti faccio perdere altro tempo perché so che sei lassù con i nonni, Don Alfonso, il piccolo Luca e tutte le persone che ti hanno voluto bene. Voglio pensare che ti abbiano fatto trovare un Apecar Bianco con gli attrezzi per poter sistemare il giardino del Signore. Sicuramente anche lì avrai un paio di sci che userai al meglio tra le piste del cielo.
Grazie di Tutto proteggici dall'alto.
Un abbraccio dal Tuo Pietro